El dato relativo a la altura -casi 30 metros- ilustra ampliamente por sí mismo la consistencia del trabajo. Si se añaden las dimensiones de la planta -5 x 6 m en alineación con las columnas, y 7,50 x 8,50 m de perímetro en torno a la parte superior de los capiteles-, queda inmediatamente claro que también a esta estructura ""provisional"" del siglo XVIII se le puede atribuir, entonces como ahora, el calificativo de ""monumental"".
Todas las columnas estaban servidas por una superficie de trabajo cada 3 metros. Un andamiaje continuo permitía realizar los trabajos necesarios en el “cielo” del Baldaquino, en los capiteles y en el entablamento. Un segundo sistema de estructuras, razonablemente autónomo en términos estáticos y de componentes, servía el nivel intermedio de las volutas, para elevarse luego en un tercer nivel que alcanzaba el globo y la cruz.

De cualquier forma, está claro que los apoyos de los soportes verticales estaban dispuestos solo en correspondencia con las columnas y junto a las bases de piedra de las mismas. El complejo de la tumba de Pedro, que constituyó un límite para Bernini, lo fue también para quienes restauraron la obra un siglo después.
Algo más de 250 años después de la restauración a la que se ha hecho referencia, nada ha cambiado respecto a la necesidad de intervenir para conservar el Baldaquino; y, del mismo modo, la complejidad de la construcción de las obras provisionales sigue siendo la misma. Las imágenes que siguen constituyen un esquema sintético pero exhaustivo de la estructura proyectada.
Le principali caratteristiche di questo tipo di struttura sono:
- versatilità: grazie al suo design modulare e alle connessioni multidirezionali, è in grado di adattarsi agilmente a geometrie complesse, angoli irregolari e variazioni di altezza;
- flessibilità: i componenti del ponteggio multidirezionale possono essere connessi in diverse direzioni, consentendo un alto grado di flessibilità nell’adattare la struttura alla forma e alle dimensioni del manufatto, aspetto particolarmente vantaggioso quando, come nel caso in specie, si tratta di raggiungere punti di difficili accessibilità;
- efficienza: questa caratteristica si traduce in un significativo risparmio nei tempi di montaggio e smontaggio, aumentando l’efficienza specifica dell’apprestamento e quella generale dell’intervento di restauro.
Come per l’apparecchiatura lignea settecentesca, lo schema di appoggio è “puntuale”, ovvero centrato sugli assi delle colonne bronzee e con partenza rastremata, a stringersi sullo stacco a terra del blocco di basamento delle colonne.
Ciascuna colonna sarà “avvolta” da una propria incastellatura con piani di lavoro disposti con interasse di 2 metri. Le quattro torri provvisionali sono poi chiuse in testa da un orizzontamento continuo che interesserà due livelli, il più alto dei quali costituirà il piano di lavoro specificamente dedicato al restauro del “cielo” del Baldacchino.
Un secondo livello di rastrematura “ad aprire” consentirà poi alla struttura di servire i fianchi lignei ed i capitelli del Baldacchino e permettere lo stacco delle travature spaziali di presidio dell’ordine superiore pensate, queste ultime, per coniugare con la massima efficacia la stabilità complessiva delle parti sommitali del ponteggio e l’adattabilità alle particolarità geometriche rappresentate dalle statue e dalle volute.
Per completezza di descrizione, le quattro torri saranno collegate tra loro a circa metà altezza da una doppia travatura praticabile, collegamento funzionale mediano dei quattro cantieri “a sviluppo verticale” delle colonne.
Lo schema statico adottato in progetto è quello di un “telaio spaziale incastrato in testa”. Detto schema garantisce la completa indipendenza della struttura provvisionale rispetto a tutte le componenti del Baldacchino, siano esse le colonne o i legni delle trabeazioni, andando così a realizzare un “baldacchino provvisionale” in inviluppo rispetto al Baldacchino Berniniano.
Una volta completata, l’intera struttura sarà poi rivestita in teli di colore chiaro sia sulle superfici verticali che su quella orizzontale - l’estradosso del cosiddetto “palco reale”, a circa 12 metri di altezza - che per tutta la durata dei lavori costituirà il “cielo” dell’altare maggiore.