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27 ottobre 2024 – Basilica di San Pietro, il Baldacchino berniniano risplende a nuova luce dopo il restauro


Domani, domenica 27 ottobre, la celebrazione eucaristica delle 10,00, presieduta da Papa Francesco a conclusione del Sinodo Mondiale di Vescovi. Sarà la prima col Baldacchino restaurato
 
VATICANO, 26 OTTOBRE
 
Torna a splendere in tutta la sua magnificenza uno dei capolavori della Basilica di San Pietro. Il Baldacchino berniniano sull’altare maggiore è pronto per essere disvelato, liberato dai ponteggi che lo hanno avvolto durante il restauro. Domani, domenica 27 ottobre, la celebrazione eucaristica delle 10,00, presieduta da Papa Francesco a conclusione del Sinodo Mondiale di Vescovi. Sarà la prima col Baldacchino restaurato. In un giorno altrettanto particolare: l’anniversario della Giornata mondiale di preghiera per la pace che San Giovanni Paolo II tenne ad Assisi nel 1986.
 
Al termine della celebrazione sarà esposta anche la Cattedra di San Pietro, estratta dal suo monumentale “reliquiario” di bronzo dorato, il monumento berniniano, per consentire anche il restauro nell’abside della Basilica nell’ambito dei lavori di restauro intrapresi dalla Fabbrica di San Pietro in vista del Giubileo.
 
Il trono ligneo del IX secolo, simbolo del primato di Pietro, sarà collocato presso l’altare della Confessione, fino al prossimo 8 dicembre, festa dell’Immacolata Concezione.
 
Ovunque visibile, il baldacchino – alto quasi 30 metri, quanto un palazzo di dieci piani – è posto sull’altare maggiore sotto cui vi è la tomba di San Pietro.
 
Annerito dal tempo, l’ultimo e il primo restauro risale a 250 anni fa. Oggi riappare nella sua ritrovata integrità e nel suo splendore. Per l’altare della Cattedra, invece, si continuerà a lavorare fino all’inizio di dicembre.
 
Gli interventi sono stati eseguiti su bronzi dorati, con solventi selettivi, individuati sulla base di una attenta analisi dello stato di conservazione dell’opera, da maestri restauratori di consolidata e riconosciuta esperienza, sotto la direzione tecnico-scientifica della Fabbrica di San Pietro e in sinergica collaborazione con il Laboratorio di Ricerche Scientifiche dei Musei Vaticani.
 
Un restauro che ha fornito nuove informazioni grazie all’analisi dei materiali e delle tecniche impiegate fanno sapere l’ingegnere Alberto Capitanucci, responsabile dell’area tecnica della Fabbrica di San Pietro con Pietro Zander, responsabile della Sezione Necropoli e Beni Artistici della Fabbrica. Ogni colonna, ad esempio, è composta da tre parti fuse, a cui si aggiungono il basamento e il capitello, e ciascuna parte presenta foglie di alloro, puttini e api, tutti parte della stessa fusione e non saldati separatamente. È un processo estremamente complesso, eseguito alla perfezione, come tutto ciò che si trova in San Pietro.
 
A sostenerne l’onere finanziario, per circa 700mila euro, è l’Ordine dei Cavalieri di Colombo che da oltre quarant’anni collabora con la Fabbrica di San Pietro.
 
«Per natura il baldacchino è posto a custodia dell’Eucarestia sull’altare, il centro della chiesa, per la celebrazione eucaristica. E il baldacchino restaurato manifesta la bellezza che la Chiesa dovrebbe riflettere» afferma il Cardinale Arciprete della Basilica di San Pietro, Mauro Gambetti. «Perché la Chiesa è bella se è eucaristica, se vive quella dinamica di discesa del verbo sull’altare nelle mani del sacerdote, quando diviene nutrimento che si distribuisce tra tutti e crea comunione alimentando i rapporti di fraternità – spiega Gambetti – Il disvelamento del baldacchino nel giorno di chiusura del Sinodo parla di una Chiesa sinodale che è una Chiesa eucaristica, che fa della comunione il suo cuore pulsante, possibile solo se ognuno si abbassa, discende, per nutrire gli altri».
 
«L’imponenza dell’opera non vuole esaltare la sua valenza, ma vuole far risplendere l’Eucarestia che, nella semplicità estrema della materia – un po’ di pane e un po’ di vino – sull’altare diventa Corpo e Sangue di Cristo donato all’umanità per la salvezza di tutti. Era necessario, quindi, riportare l’opera alla sua originalità e bellezza aldilà dell’aspetto artistico. Qui l’arte è un veicolo di bellezza e stupore, attrae ma rimanda ad Altro» conclude il Cardinale.
 
«I lavori importanti si fanno sempre in prossimità di un Giubileo, come è sempre stato nel corso dei secoli, e la Basilica si fa bella per il Giubileo della Speranza. E’ un riverbero della luce e della bellezza, un rinnovamento esteriore attraverso un sapiente e necessario restauro, che diviene l’invito per un rinnovamento interiore» commenta Padre Enzo Fortunato, direttore della comunicazione della Basilica di San Pietro.
 
IL BALDACCHINO
 
Il baldacchino venne realizzato tra il 1624 e il 1635 per il papa Urbano VIII Barberini dall’architetto Gian Lorenzo Bernini con Francesco Borromini, suo rivale. Il monumento in bronzo dorato, alto quasi 30 metri, si innalza su quattro slanciate colonne tortili ispirate alle colonne marmoree disposte attorno alla tomba di Pietro nell’antica basilica e oggi visibili sulle Logge delle Reliquie. Queste magnifiche colonne, alte 11,20 metri, poggiano su piedistalli recanti gli stemmi papali con le simboliche “api Barberini”. Sul cielo del baldacchino è la Colomba dello Spirito Santo, mentre sul fastigio, dominato dalla croce sul globo, quattro artistici angeli si alternano a quattro coppie di putti recanti le chiavi e il triregno di San Pietro e la spada e il libro di San Paolo. Per l’intera opera, con preziose lumeggiature d’oro, vennero utilizzati circa 68 tonnellate di bronzo.