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Celeberrima opera in bronzo, il baldacchino è per più del 20% realizzato in legno, dipinto o dorato per le parti a vista, e lasciato grezzo per le parti strutturali.
Materiale estremamente igroscopico quindi sensibili alle escursioni termiche e alle oscillazioni d’umidità relativa tutta la parte del baldacchino appare la più sofferente dell’intera monumentale struttura in quanto interessata da lesioni, distacchi, fessurazioni, sconnessione e deformazioni.

Una situazione delicata che implica risvolti di carattere statico, per quanto riguarda la parte strutturare, e di carattere estetico, per quanto riguarda le parti a vista come il “cielo” con lo Spirito Santo che la documentazioni archivistica rivela essere stato, a causa del forte degrado della pellicola pittorica, totalmente ridipinto e ridorato nel 1758.

I trattamenti conservativi della struttura si articoleranno nelle seguenti fasi:

  • Prima ricognizione in quota e valutazione dell’efficienza statica della copertura superiore esterna (cornice perimetrale a mensola mistilinea e assito a gradoni) e relativa messa in sicurezza di eventuali porzioni sconnesse o svincolate dalla struttura portante;

  • Prima ricognizione in quota e valutazione dell’efficienza statica del soffitto/cielo con Spirito Santo raggiante (tavolato con elementi ad intaglio vincolati ad appliques) e relativa messa in sicurezza di eventuali porzioni sconnesse o svincolate dalla struttura portante;

  • Aspirazione del particellato aereo sedimentato su tutte le superfici, previa spillatura puntuale dei depositi semicoerenti e compattati negli incavi e nei recessi;

  • Trattamento biocida preliminare per impregnazione con prodotto alla permetrina;

  • Consolidamento ricoesivo delle aree degradate del legno per impregnazione di resina acrilica in soluzione;

  • Consolidamento riadesivo degli elementi lignei fessurati a faccia contigua per infiltrazione di resina vinilica in emulsione o epossidica, a seconda delle esigenze di carico di peso, e morsettatura;

  • Smontaggio e rimontaggio, previa mappatura numerata, di eventuali elementi ad appliques sconnessi o semisvincolati dalla struttura portante, con correzione e rinforzo dei sistemi di sostegno in opera;

  • Risanamento strutturale delle fenditure con ritiro delle facce contigue per incuneatura di tasselli di essenza lignea affine all’originale adesi con resina vinilica in emulsione e livellatura finale.;

  • Sigillatura delle fenditure da ritiro di tavolati ed assiti, per inserimento in sottolivello di spessori ammortizzanti in fogli di sughero o legno di balsa adesi con resina vinilica in emulsione, anche in funzione anticaduta di particellato;

  • Ricostruzione delle parti mancanti lungo la cornice a mensola mistilinea, al fine di ristabilire la continuità strutturale dei piani di appoggio. I nuovi elementi lignei, tagliati e sagomati a seconda degli andamenti dei profili del supporto, saranno collegati alla struttura portante per incastro, incollaggio e/o vincolo meccanico (infissione di viti antiossidanti).;

  • Ricostruzione plastica (Balsite-stucco epossidico) di piccole porzioni lacunose di modellato in legno;

  • Secondo trattamento biocida per impregnazione con prodotto alla permetrina.

I trattamenti conservativi della superficie si articoleranno nelle seguenti fasi:

  • Verifica della natura del legante utilizzato nelle stesure delle campiture cromatiche, previo test di solubilità a polarità crescente;

  • Velinatura provvisionale delle porzioni di campitura cromatica e di doratura deadese - sollevate, previa ricognizione generale delle superfici a luce radente. La messa in sicurezza impiegherà velina inglese ed etere di cellulosa;

  • Consolidamento riadesivo delle parti protette dalla velinatura provvisionale per infiltrazione di resine microacriliche (od organiche (colla di storione) previo test di prova a confronto. In ogni caso la riadesione degli stati di finitura sollevati sarà sigillata e ricondotta a planarità per induzione termica (termocauterio);

  • Svelinatura delle parti riadese per riattivazione ad umido;

  • Pulitura delle campiture cromatiche per assorbimento del particellato sedimentato attraverso velina inglese e soluzione chelante (triammonio citrato) e successiva sgommatura a secco;

  • Rimozione delle eventuali ridipinture stratificate sulle policromie e sulle dorature, utilizzando solventi selezionati in base a test di solubilità, sia in forma diretta che supportata da compresse o gel. La valutazione circa il mantenimento o la rimozione delle eventuali ridipinture sulle campiture cromatiche sarà valutata in accordo con la DL, considerando dal punto di vista critico l’obiettivo dell’equilibrio tra istanza estetica e storica, in vista di una ricerca di armonia complessiva con i risultati acquisiti in itinere con la pulitura delle superfici bronzee;

  • Applicazione a pennello di un primo stato di verniciatura di saturazione, con caratteristiche di rifrazione opaca;

  • Risarcimento delle lacune di profondità sulle policromie e sulle dorature con impasti di gesso di Bologna e colla di coniglio, condotti a livello della superficie e successiva reintegrazione cromatica con colori ad acquerello/a tempera/a vernice, con finalità di accordo mimetico con la campitura originale contigua;

  • Reintegrazione cromatica delle abrasioni con preparazione a vista per abbassamento di tono con colori ad acquerello e a vernice;

  • Applicazione per nebulizzazione di uno strato finale di verniciatura protettiva, con caratteristiche di rifrazione satinata.